Cappella della Madonna della Visitazione
Cappella della Madonna della Visitazione dei Rivotti (Groscavallo)
La cappella è situata a m. 1452 s.l.m., poco sopra il vecchio nucleo della borgata Rivotti propriamente detta, in
posizione estremamente panoramica, su un pendio digradante, da cui lo sguardo può abbracciare l'intera vallata con
tutte le circostanti montagne, sino alla frazione Prati della Via (Chialamberto). È raggiungibile con la strada
comunale che parte dal bivio tra Pialpetta e Richiardi, oppure, in meno di un'ora, con il sentiero GTA che parte di
fianco alla chiesa di S. Lorenzo a Pialpetta.
Poco discosto dalla chiesa, sul lato sud, si eleva il campanile, di forma quadrata e di dimensioni in pianta molto
ridotte (circa 1,20 x 1,20 m internamente), alto circa 10 m. Nel muro est sono visibili tre aperture (una stella,
una forma geometrica e una coppia di iniziali "GB"). Una piccola porta nel muro a nord consente l'accesso alla
sommità, raggiungibile salendo ripide scale a pioli in legno. In alto vi sono quattro aperture con archi a tutto
sesto in corrispondenza delle due campane. La copertura della torre campanaria presenta la particolarità di una
cupola semisferica, impostata su base ottagonale, in pietra locale e malta, ricoperta da un manto in lose
accuratamente sagomate a mano in tessere semicircolari di grandezze diverse, opera dei mastri da muro Robetto di
Migliere. Nella cupola sono inseriti quattro tiranti in legno. Le due campane, di dimensioni differenti, riportano
rispettivamente le scritte: "in necessitatibus Mariam implora/1736" e "te Barth.maeo Girardi de Maria donator pacem
precaminor sempiternam/1843-S.S. Maria Vitus Bertholomaeo rate pro nobis", oltre ad alcuni decori.
La cappella dei Rivotti è molto antica; alcune notizie si rintracciano nei "consegnamenti" ovvero nei catasti di
Groscavallo conservati all'Archivio di Stato di Torino, ove troviamo in quello del 1590 che il Richiardo Machiolo
Bernardo possiede nella regione detta In li Croti dell'Alpeta o sia In Pera Malfayta o sia Prato della Capella una
parte di casa con prati e orto indivisa con altri Richiardo Machiolo Nicolao e Martino.
Anche i fratelli Giovanni e Martino fu Giacomo Girardo abitanti in Pealpetta possiedono beni nella zona : una pezza
di prato e campo ove si dice in Alpeta altrimenti Al Piano cornuu o sia alli Rivoti.
Nel Catasto del 1613 Il Machiolo Nicolao fu Battista e Battista fu Martino suo nipote denunciano, oltre ad altri
possedimenti, dei caseamenti, prato, campo, brusco e boschi a Pietra malfayta coerenti Bartolomeo Barardo, la via
vicinale, Andrea e Bartolomeo Rappello e gli eredi di Pietro Buggia. Più un prato detto il Prato della Capella o sia
di Rivotto coerente la via vicinale, Gioanni e Martino Girardo e Bartolomeo Barardo.
La zona era molto popolata, ricca di pascoli, boschi e punto di appoggio per la strada detta delle mule che oltre a
portare agli alpeggi di Alpette e dei Sagnassi, raggiungeva le miniere o crosi di Rambasa e serviva per il trasporto
del minerale di ferro fino a Pialpetta dove veniva depositato in attesa di essere fuso e lavorato.
Nella relazione parrocchiale del 1750 questa cappella viene citata come appartenente alla Parrocchia di Groscavallo,
ed è descritta come "fatta con il coro a volta ed il corpo a soffitto". Nella relazione di visita pastorale del 1752
si descrive la struttura dei muri laterali e della copertura dell'ambiente, capace di contenere 200 persone, ancora
costituita da un tavolato ligneo. È già presente un campanile, discosto dalla struttura della chiesa. Nella relazione
di v.p. del 1769 si ordina di creare un'intercapedine tra terreno e muro dell'abside, così da evitare infiltrazioni
di umidità. Un documento del 1839 riguarda la concessione della benedizione alla cappella, essendo conclusi i lavori
di ampliamento ed abbellimento. Nella relazione di v.p. del 1843 si descrive l'edificio così come appare oggi.
Nella relazione parrocchiale del 1868 si precisa che la struttura è stata rinnovata da poco, il parroco osserva però
che la costruzione è "molto umida per cagione del troppo gesso gettato all'esterno delle muraglie e cornici massime
nella facciata che la deforma".
1° giugno 1849 Erezione della Via Crucis per dono del priore Bartolomeo Girardi
1986/7 viene rifatto il tetto
1986 i priori Chiappa Giorgio e Marietti Antida hanno offerto il nuovo altare secondo le nuove norme liturgiche del
rinnovamento conciliare