Chiesa Parrocchiale Santa Maria Maddalena
Chiesa Parrocchiale Santa Maria Maddalena (Groscavallo)
La Parrocchiale si trova su un terrapieno rialzato a lato della strada provinciale; in fronte ad essa, l'ampio piazzale
asfaltato sorge sul sito del vecchio cimitero e dell'oratorio di Santa Croce, visibile in alcune cartoline d'epoca.
La parrocchia di Groscavallo, intitolata a S. Maria Maddalena, è antichissima, risale certamente al duecento, ed era una delle
poche parrocchie delle valli allora esistenti che pagavano le decime all'arcivescovo di Torino.
Nella convenzione del 26 dicembre 1309 seguita tra Amedeo V, a nome della figlia Margherita, vedova di Giovanni di Monferrato,
ed il vescovo Tedisio, questo diritto viene ribadito: l'Amedeo cede in perpetuo al vescovo di Torino il diritto di riscuotere
le decime e i novali dalle parrocchie delle Valli di Lanzo, tra cui figura anche quella di Grosso Cavallo, in cambio il vescovo
Tedisio rinuncia ad ogni pretesa di infeudazione sulle valli di Lanzo.
In quell'epoca la nostra parrocchia era retta dai frati benedettini della Comunità di S. Mauro di Pulcherada.
Solo dal 1547 si ebbe un parroco a reggere le sorti della Chiesa di S. Maria Maddalena, il reverendo Antonio Pegliasci originario di Cantoira.
Come fosse questa prima chiesa non ci è dato sapere.
Don Perrucchietti, nella sua "Relazione per la visita pastorale del 1869" annota:
"la memoria più antica trovasi nella croce del campanile, la quale è del 1452" (la data è incisa sulla croce). Nell'Altar Maggior della vecchia chiesa
distrutta si trovò monete coniate del tempo di Emanuele Filiberto coll'impronta dell'aquila dell'anno 1532..."
Nel 1627, poco prima della famosa peste, la chiesa di Groscavallo venne ricostruita (uno dei promotori fu Pietro Garino, colui che ebbe la
visione della Madonna da cui seguì il famoso santuario di Forno Alpi Graie).
Una descrizione di questa chiesa si trova nella "Relazione per la Visita Pastorale del 1750" mentre ancora
fervevano le annose liti tra Forno e Groscavallo per la smembrazione della parrocchia (Forno voleva dividersi
ed erigersi a parrocchia a sè stante) redatta dal parroco don Giovanni Francesco Berardo.
Nel 1843 la Chiesa versava veramente in cattive condizioni come appare dalla relazione di visita pastorale dell'arcivescovo Fransoni,
che così scrive a proposito dell'aspetto della chiesa: "non templum dicam, sed tugurium" e continua relazionando della forma irregolare della
pianta e delle pareti esterne lasciate al rustico, delle numerose crepe sulla volta sopra laltare; la parete ad ovest è così interrata
che l'acqua permea continuamente le pareti e il pavimento di umidità "ut ingredienti non devotionem, et venerationem ingerat, sed nauseam."
Il precario stato di conservazione del vecchio edificio, poco decoroso per una parrocchiale, viene ribadito nell'assemblea comunale dell'11 febbraio 1840,
nella quale, stante la perizia fatta dal mastro da muro Giuseppe Rapelli che quantifica la spesa per la ricostruzione in lire 12.000, si delibera di
richiedere un contributo all'arcivescovo Fransoni.
I lavori vennero compiuti tra il 1845 e il 1851, su iniziativa del parroco locale don G. Perrucchietti e grazie all'aiuto dell'arcivescovo di Torino
mons. Fransoni, a donazioni del re Carlo Alberto e al contributo della popolazione locale che prestò gratuitamente la sua opera, su progetto dell'architetto
Bertolotti e realizzazione dei mastri da muro fratelli Robetto di Migliere, e l'opera finita venne benedetta nel 1852.
Nel 1854 i Robetti dipinsero una meridiana sulla facciata, che restaurarono poi nel 1880, come denota la scritta sottostante.
Nel 1867, essendo venuto a villeggiare a Groscavallo il celebre pittore Andrea Gastaldi, dove appassionato cacciatore aveva acquistato anche una "baita",
la nuova Parrocchiale si arricchì di un splendido affresco della Maddalena ai piedi di Gesù Nazareno ne "La cena in casa di Simone", da lui iniziato e terminato da due suoi allievi nel 1878.
La parrocchiale in una cartolina d'inizio secolo
volta
affresco del Gastaldi