Cronistoria della Val Grande di Lanzo



La storia delle valli è sicuramente molto antica e risale a epoche di cui non esiste memoria scritta, che comincia per la nostra valle sul finire del 1200.
Prima di tale data le valli erano assoggettate al feudo di Lanzo -e prima ancora pare fossero sotto Mathi- e nessuna nota specifica ci fornisce informazioni sulla vita che in esse scorreva.
La prima parte della Storia delle valli è quindi indiziaria, basata su pochi elementi certi e perlopiù desunta da situazioni analoghe conosciute.


Ultimamente sono nate delle ricerche volontarie volte ad individuare siti in cui siano presenti tracce preistoriche; al momento, (per la mia opinione personale) l'unico caso certo di sito megalitico è il menhir di Cernesio, la cui intenzionalità nell'innalzamento è evidente dato che il sito d'estrazione della pietra è distante solo pochi metri e reca netti segni di scalpellamento, e il profilo dell'estrazione rispecchia perfettamente uno dei lati del menhir.
Altri siti riscontrati mi lasciano perplesso, seppur speranzoso, e resto in attesa di ulteriori indagini in merito che possano provare le veridicità delle tesi.
A questi si possono aggiungere l'identificazione di coppelle e di incisioni cruciformi in vari siti (perlopiù nel territorio di Ceres e nelle valli vicine, ma anche in Val Grande: alpe Vercellina - Chialamberto -, sopra Lities, sopra Vrù e vicino alla Blinànt - Cantoira) di evidente opera umana; l'opera meglio lavorata è stata trovata in località Airetta (Ceres): un lastrone di pietra con cinque coppelle quadrate unite da canaletti; devono essere stati scavati con atrezzi metallici, data la regolarità dei profili. Il reperto è ora conservato nel museo delle "Genti delle Valli di Lanzo" a Ceres.
Infine, c'è stato il ritrovamento di alcuni atrezzi preistorici nella zona di Usseglio all'inizio del secolo; tuttavia queste pietre lavorate sono andate disperse e a noi rimangono solo le foto dell'epoca.

Dalla preistoria si passa nel millennio prima di Cristo, epoca dei celti e dei liguri, cui si fanno risalire alcuni termini presenti nei nomi di luoghi o nella parlata locale, insieme a tracce di incisioni su pietre, presenti in molti luoghi delle valli.

Proseguendo di poco nella Storia arriviamo alle prime tracce facilmente riconoscibili: la presenza romana è testimoniata da alcune lapidi ritrovate presso Usseglio ed ancora oggi conservate, murate nelle pareti della chiesa di Piazzette, e alcuni oggetti (una moneta, una probabile elsa di una spada e una lampada di terracotta recante la parola strobili) presso i Cornetti di Balme.

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Un'altra lapide, che però non ci è stata tramandata, avrebbe riportato il nome di Annibale.
Nessun indizio romano stato finora ritrovato in Val Grande.

Una recente ricerca toponomastica porrebbe la presenza di un insediamento longobardo vicino a Ceres, plausibile da questo punto di vista, ma ancora da confermare con prove pratiche.

Delle invasioni barbariche saracene, unne e ungariche che imperversarono attraverso le alpi nella pianura piemontese non rimangono tracce nelle valli, sebbene sia molto probabile quantomeno un loro passaggio.

Finalmente dal medioevo dell'XI secolo abbiamo le prime testimonianze evidenti ancor oggi degli insediamenti nella Val Grande: alcune costruzioni di stile romanico sono sparse nelle valli e, nel caso della Val Grande, si identificano con i campanili delle parrocchiali di Cantoira e Chialamberto, la cui archittettura rispecchia perfettamente quelli di San Mauro, Ciriè, Mathi e Ceres, tutti datati intorno all'XI secolo, in un'uniformità culturale e spirituale, voluta dai monaci dell'abazzia di Santa Maria di Pulcherada di S. Mauro Torinese, che in quel periodo possedettero ed amministrarono numerosi terreni e le relative attività nelle valli e fuori di esse.
Anche la chiesa parrocchiale di Cantoira, intesa nella sua sezione antica (la parte posteriore dell'attuale Parrocchia) è datata a quest'epoca.

Le informazioni che seguono sono derivanti dagli archivi (comunali, parrocchiali, arcivescovile e di stato) o da pubblicazioni sulle valli; eventuali discordanze con questi ultimi sono da attribuirsi a riscontri precisi nei documenti degli archivi precedententemente citati.

1286: in un documento conservato all'Archivio di Stato di Torino si dice che Chialamberto era retto da consoli; tale nota attesta almeno da quell'anno l'esistenza del Comune di Chialamberto

1313, 10 dicembre: Investitura concessa dal conte Amedeo di Savoia a favore di Amedeo Pauterio di una casa e della dodicesima parte del territorio di Forno di Groscavallo (Forno Alpi Graie)

1329: entra in funzione la miniera di rame di Groscavallo; quella d'argento era già in funzione prima del 1300

1330: in un atto di quest'anno i fratelli Omodeo e Reinardo Gontario ottengono in feudo dal Conte Aimone di Savoia una "casa forte in Forno di Groscavallo" e la dodicesima parte del relativo territorio fino alla sommità dei monti (Cibrario) (è il primo documento in cui si attesta il nome Groscavallo)

1341: i monaci Benedettini di San Mauro di Pulcherada cedono al conte Aimone di Savoia tutte le regioni che hanno nelle Valli di Lanzo, riservandosi l'alpe dell'indritto di Venoni e di Ciamarella

1344: si scavano miniere d'argento ai Trioni, Bellagarda, Vercellina, Rambasa (Rambeisa); con la decima parte dell'argento ricavato, Margherita di Savoia, marchesa di Lanzo, fà fondere una statua che offre al beato Ludovico di Marsiglia

1349, 22 ottobre: Amedeo VI ordina dal castello di Ciriè che, fra i suoi sudditi di Groscavallo, vengano scelti otto minatori che saranno mandati in Savoia e prendono parte all'espugnazione del castello di Gex nel 1353

1350: i Visconti di Baratonia tengono a Cantoira molte terre in feudo nobile, che in quest'anno albergano a certi fratelli Botto

1354: i lavori di scavo nelle miniere d'argento nel comune di Groscavallo vengono sospesi a motivo della peste che continua a serpeggiare nella vallata

1363: parecchi minatori di Groscavallo prendono parte alla guerra di Saluzzo

1372: altri minatori di Groscavallo seguono Amedeo VI nel milanese, nel piacentino, nel modenese e nel bolognese durante la guerra contro i Visconti, signori di Milano

1374: trentacinque minatori di Groscavallo vanno a distruggere il castello di Salto e la Torre dei Grossi nella valle dell'Orco

1440 ca: sul picco di fronte a Cantoira ove esisteva già un piccolo pilone, viene edificata dalle popolazioni di Cantoira e di Ceres una chiesetta a Santa Cristina, nucleo originale dell'attuale Santuario di Santa Cristina

1456: Ludovico di Savoia revoca la concessione dei forni, delle fucine, dei molini e delle miniere di ferro nei luoghi di Groscavallo, Chialamberto ed in tutto il territorio di Cantoira fatta a Piero Goffi e ad Oddone Botti fin dal 1422. Prima d'essi avevano egual concessione i Parvopassau, che erano ascritti alla borghesia di Lanzo (Cibrario) e prima ancora il Porterio

1469: grave inondazione

1522: dall'Archivio Diocesano di Torino, i Groscavallesi chiedono ed ottengono una "licenza di fondar un oratorio nelle fini di Groscavallo, in Campo Petre, sotto il titolo dell'Annunziata" (la cappella dell'Annunciazione della Beata Maria Vergine presente prima del ponte) ed una "di fondar un oratorio dei SS. Fabiano, Sebastiano e Rocco
nelle fini del luogo, ove eravi la Chiesa Parrocchiale" (Santa Maria Maddalena)

1539: le miniere di Groscavallo sono date in affitto a Domenico Berta

1547: è appaltatore delle miniere d'argento di Groscavallo Gio. Battista Sorles

metà XVI sec: costruzione del castelletto gotico di Ippolito Berta presso Casa Goffo, Cantoira

1560: concessione delle miniere di ferro esistenti tutto intorno alle falde della Levanna a Maurizio Grana di Pinerolo, mediante il pagamento all'erario della decima parte dei lucri

1570: la comunità di Groscavallo litiga contro il comune di Ala per avere i 1000 fiorini che le sono dovuti. Il 6 aprile vien pubblicata la sentenza che condanna Ala a Pagare detta somma con gli interessi dovuti, danni e spese

1596: le comunità di Chialamberto, Vonzo e Bonzo si separano dalla Parrocchia di Cantoira e fondando la Parrocchia di Chialamberto che comprendeva i comuni di Bonzo e Chialamberto

1599: la peste fà grande strage della popolazione di Cantoira

1606-1670: il conte Ottavio Berta coltiva le miniere appartenenti alle comunità di Groscavallo e di Forno

1630, 30 settembre: Pietro Garino ha la visione della Beata Vergine nel vallone di Sea; entro l'anno fà costruire una cappella sul luogo dell'apparizione per conservare i quadri

1635-1645: in questi due anni vengono stilate le suddivisioni dei boschi delle borgate di Groscavallo; mentre nella prima vengono elencati gli abitati di Teppe (tra Campopietra e Forno) e di Chiansea (tra Richiardi e Groscavallo), nella seconda mancano e da qui non verranno mai più riportati in alcun documento. Essendovi stata una grande alluvione nel 1640 è logico suppporre che in questo evento tali insediamenti siano stati spazzati via e non più ricostruiti
Erroneamente il Ponsillon riferisce, nel 1790, tale evento all'inizio del '700, basandosi su quanto gli è stato riferito dagli abitanti della valle, evidentemente malinterpretando i discorsi fattigli

1640: le miniere di ferro e d'argento dei Trioni sono coltivate da Lorenzo Buggia

1663: col materiale di ferro estratto dalla miniera di Rambasa (Rambeisa), coltivata per conto della comunità, si fanno proiettili per cannoni

1690-91: nei forni di Chialamberto si lavora alacremente a fabbricare bombe per la guerra contro i Francesi

1715: Francesco Berardo fonda la cappellania di Pialpetta (San Lorenzo)

1724: Domenico Ambrosio ha in feudo Chialamberto con titolo comitale

1724: Carlo Emanuele Ripa di Giaglione, viene investito con titolo comitale del feudo di Cantoira

1725: l'uditore Giuseppe Dalmazio viene investito del feudo di Forno di Groscavallo con titolo comitale

1725: Groscavallo viene concesso in feudo con titolo comitale a G. Antonio Cavalleri, aiutante di camera di S. M.

1725: Vonzo è infeudato con titolo comitale al senatore Ludovico Grassi

1735: erezione della cappellania dei Ricchiardi (San Grato) per cura di Giacomo Ricchiardi

1750: il feudo di Vonzo passa al demanio

1752: inizio costruzione del Santuario di Forno Alpi Graie (terminerà nel 1870)

1755: il feudo di Vonzo viene concesso ad Antonio Cordero di Mondovì

1757: la chiesa di Forno viene eretta in parrocchia autonoma

1760: in Vonzo, nella regione Fragnè, la famiglia Graneri coltiva una miniera di Rame

1760 ca: la comunità di Bonzo chiede di separarsi dalla Parrocchia di Chialamberto, opposizione degli abitanti di Mottera

1762-65: costruzione di un fabbricato al Santuario di Forno Alpi Graie

1765: Mottera viene dichiarata comunità - Comune - indipendente (da Bonzo)

1767: Groscavallo viene concesso con titolo comitale a Vincenzo Ricardi di Netro

1768: Bonzo si separa dalla Parrocchia comune di Chialamberto, e si erige in parrocchia autonoma

1784-85: costruzione della parrocchiale di Forno

1789, 2 giugno: un uragano causa gravi danni nella valle, molti mulini, ponti e pedanche vengono distrutti; rimangono schiacciate due persone sotto le rovine di una casa nel territorio di Groscavallo, a Mottera una casa resta schiacciata da grossi macigni precipitati dal monte sovrastante

1793-96: l'antica parrocchiale di Forno all'ingresso del paese (oggi trasformata in abitazione) fù convertita in caserma per le milizie a guardia del Col Girard, durante la guerra contro la prima repubblica francese

1821: grazie all'opera di Bottino, i comuni di Bonzo e Mottera vengono riunificati

1829: si abbatte la primitiva chiesa del Santuario di Forno Alpi Graie, che viene sostituita con una nuova costruzione in congiunzione del fabbricato costruito negli anni 1762-65. Si ha così un nuovo Sancta Santorum, a cui viene aggiunta la sacrestia

1831, 1° ottobre: i comuni di Mottera, Vonzo e Chialamberto si riuniscono sotto un unico comune, quello di Chialamberto

1836-37: Per cura del Prof. Antonio Martino Bottino, viene costruita la Cappella dei Bussoni, in sostituzione della precedente, più modesta e cadente

1839: il rio Vassola trascina sulla frazione Cà di Michiardi una grande quantità di detriti, abbattendo parecchie case; si ebbero 12 vittime umane

1845: viene iniziata la costruzione della nuova Parrocchiale di Groscavallo (Santa Maria Maddalena), sul terreno della precedente costruzione

1846, ottobre: terribile alluvione che causa gravi danni in valle, dal confluente della Vercellina in giù

1851: viene aperta al pubblico la nuova Parrocchiale di Groscavallo (Santa Maria Maddalena)

1867: Andrea Gastaldi, durante la villeggiatura in Groscavallo, dipinge il bell'affresco della Parrocchiale di Groscavallo, rappresentante la Maddalena ai piedi del Nazareno in casa di Simone

1870: termine della costruzione del Santuario di Forno Alpi Graie

1875: decorazione della Parrocchiale di Cantoira

1878: grandi restauri nella chiesa di Bonzo (Conversione di San Paolo)

1878: gli allievi del Gastaldi, E. Spurgazzi e A. Raffaele dipingono i quattro Evangelisti nella Parrocchiale di Groscavallo

1878, 1 settembre: benedizione e solenne inaugurazione della carrozzabile Procaria-Forno

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1881, 1-2 agosto: la foresta di larici dei Trioni è in parte distrutta da un incendio

1882: Forno di Groscavallo ottiene di poter convertire il nome in Forno Alpi Graie, per sottolineare la sua indipendenza come comune

1885, 18 gennaio: una valanga di neve precipita sulla frazione Borgo seppellendola; si hanno quattro vittime

1886: viene stabilito il confine dell'inverso tra Bonzo e Groscavallo, dopo anni di cause; alla base della pietra appena a monte del ponte di migliere sulla Stura è presente l'incisione GTB (Groscavallo - termine - Bonzo), primo punto del confine stabilito

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1887: il CAI della sezione torinese fà costruire il rifugio della Gura a m 2330 sul livello del mare

1888, 26 febbraio: una valanga precipita sulla frazione Lities, seppellendo dodici persone, delle quali nove vengono estratte morte

1892: apertura dell'asilo infantile Teppa a Cantoira

1905: costruzione del ponte in muratura del ponte che porta da Chialamberto alla borgata Inverso

1908, 20 giugno: grande alluvione

1911: apertura dell'asilo infantile ai Bussoni

1927: viene rifatta la facciata della chiesa di Chialamberto; sul retro della stessa si vede la data dell'opera

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1928: vengono riunificati sotto il Comune di Groscavallo i tre comuni (Groscavallo, Bonzo e Forno Alpi Graie) ad opera del governo fascista; analoga sorte tocca a Mottera che insieme a Breno ed altri paesi vengono riuniti sotto Chialamberto

1977: una nuova statua della Madonna col Bambino viene posta nel Santuario di Forno Alpi Graie, a sostituire quella rubata

1993: grande alluvione che devasta principalmente la parte alta della valle, colpendo pesantemente Forno Alpi Graie. La cappella di San Matteo tra Campo Pietrae Forno viene distrutta quasi interamente (rimane in piedi il solo muro posteriore); la cappella dell'Annunciazione a Campo Pietra viene pesantemente danneggiata

1994: alluvione generale del piemonte; nella valle si hanno relativamente pochi danni, dati i danneggiamenti dell'anno precedente

2000: alluvione; il rio sopra Richiardi frana e devasta il condominio Andromeda; quest'ultimo però salva dalla distruzione villa Pastrone, e l'acqua che scende scorre dietro al muro esterno della villa, correndo dentro il paese come un vero e proprio fiume